martedì 3 dicembre 2013

Sul balcone cadaveri di piante!


Questa storia è dedicata
 alla super moglie e mamma Lù
 e un po' a tutte le persone che sono state mie coinquiline.




Infilo le chiavi nella toppa, apro, il cane abbaia già da quando stavo giù al portone. Cane isterico! In casa non c'è nessuno, vado in cucina, nessun post-it. Squilla il telefono.- Si, mamma ho mangiato, tutto a posto a lavoro, eh si fa freddo. - La verità è che sto digiuna da ieri sera, che al lavoro (sempre potendo dare questa definizione alle mie 8 ore di cuffietta e "pronto cosa posso fare per lei..") mi hanno addirittura chiesto se vendevo loculi e ancora non hanno pagato, che fa freddo ed è finita la bombola del gas per la stufa.
Rumore di porta, il cazzo del cane che abbaia, -Ehiii, c'è nessuno?- - Sto in cucinaaaa- E' arrivata Alessandra, è riuscita a salire al terzo piano la bici e tutte le borse da lavoro. Instancabile e affamata.
-Tesò so arrivate due bollette, ci hanno ridotto la potenza della corrente, non sono riuscita a mandare il fax!
- Birretta e panino?-
Noi le nostre tragedie quotidiane le risolviamo così, birretta, panino e musica italiana anni 80' a palla in casa.
Abbiamo quasi trent'anni e viviamo da dieci anni nello stesso modo, correndo tra un lavoro e l'altro, concerti, fidanzati e tante bollette arretrate. In arretrato abbiamo anche i sogni. La casa dove viviamo è quella che ci ha visto laureare, amare e jastemmare. Alessandra è un avvocato, per lo più tutte i casi impossibili sono i suoi. E' fidanzata da una vita, lui è sempre in giro per lavoro, ma si amano e sopratutto litigano. Io, Serena, lavoro in un centralino, sono laureata in una laurea che non serve a niente e sono la casinista della situazione. Ho un fidanzato, anche io da una vita, mi vuole bene, ma non abbiamo i soldi per andarcene di qui.
Le uniche cose che assomigliano ad una casa sono le nostre stanze, un miscuglio tra la cameretta di un'adolescente e il monolocale di donne indipendenti.
Il sabato, andiamo al mercato a comprare le vongole a 1 euro e la domenica ci schiaffiamo in faccia un sacco di rimedi fai da te per la pelle. Nelle sere come questa ci raccontiamo i sogni per il domani, un domani sempre più lontano, sempre più impossibile.
- Mi devo sposare, Serè, ho trent'anni, voglio una casa e un figlio!
- Tu con un figlio, ma se il cane sta solo tutto il giorno? E, Gianni, sta lontano..
-Che c'entra un figlio è un figlio...
- Io voglio un lavoro, e mi basterebbe una casa per andarci a vivere con Carlo.
Squilla il telefono, Alessandra sta sempre al telefono, se lo appoggia tra la spalla e l'orecchio e se ne va in giro per casa. Io mi accendo la sigaretta e vado a buttare la spazzatura.
Noi sposate e con dei figli, non riesco davvero ad immaginarlo, siamo due casiniste, incapaci di lavare i piatti regolarmente e di non farci staccare la corrente. Per racimolare i soldi dell'affitto una delle due anticipa sempre, i vestiti li compriamo al mercato e poi con stile camuffiamo. Non abbiamo neanche l'innato senso di cura, sul balcone ci sono solo cadaveri di piante. E' quello che penso guardando il cielo e il mio alito che si fa fumo con il freddo. Forse arriveremo a cinquant'anni così, al massimo inserendo Gianni e Carlo nei nostri spazi domestici. Continueremo ad andare avanti inverno ed estate a birre panini e bicicletta.. Chissà..