giovedì 25 novembre 2010

I cuori e la periferia

Il freddo ai piedi significa che il sangue non scende giù... il freddo alle mani significa che il sangue non ci arriva alla periferia...la periferia fredda significa che il cuore pompa solo per sè..Se il cuore è colmo di cose per cui eseguire i suoi istintivi movimenti, per le quali fare il suo sordo TUM,  non riesce a far arrivare il sangue altrove.. Mani fredde cuore caldo.. Ma il fatto è che il cuore non riscalda se stesso, riscalda il freddo in corpo, quel gelo che si nasconde tra cellule e muscoli.. E se improvvisamente arriva qualcosa a riscaldare piano piano quel gelido inverno interiore, atri e ventricoli riescono a spingere il calore e il liquido rosso fino alle estreme periferie. Per questo abbiamo fame. E non basta il pane a scaldare, ci vuole un altro cuore capace di tenere vive i suoi piedi e le sue mani.. Un cuore così lo riconosci. Produce sorrisi, guance rosse di imbarazzo, mani calde da stringere e occhi luminosi in cui sprofondare.. Un cuore così si sintonizza con i ritmi del tuo, e spesso i TUM  creano un concerto di bonghi, e tamburi.. Un cuore sa ballare con un altro cuore.. E se ognuno nel suo corpo riesce a dare la vita ogni secondo, ad ossigenarlo sempre, senza saltare un meccanismo, allora attraverso ogni cellula che compone l'epidermide ed ogni organo, quei due cuori possono incontrarsi, toccarsi.. Non c'entrano i neuroni, non valgono a nulla le sinapsi, è solo chimica di cuore.. Solo questione di piccolissimi alchimisti capaci di dirigere un'orchestra di percussioni.. Il ritmo è talmente veloce e intenso, che quel tamburellare fa muovere i due corpi in sintonia, ogni muscolo sa rispondere precisamente all'altro.. E' così intenso che per una frazione di vita, per un mezzo respiro, i cuori cessano il concerto per dar spazio solo al silenzio estremo, a qualcosa che da vita al di fuori della vita stessa, dura un'istante ma è l'istante eterno, quello che avvicina ed incatena eros e thanatos...

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